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Corpo alle ombre #3. Giacomo Piermatti

di Alex Giuzio, Giulia Penta

Abbiamo incontrato Giacomo Piermatti a Bologna, seduti vicino alla scenografia di Siamo tutti cannibali. Sinfonia per l’abisso, spettacolo nato dall’incontro con l’attore Roberto Magnani (Teatro delle Albe) e ispirato da La predica agli squali, un frammento del capitolo LXIV di Moby Dick (1851), il romanzo di Herman Melville dalla simbologia inesauribile che non ha cessato di affascinare e tormentare anche coloro che sul Pequod non ci sarebbero mai saliti, se non per arpionare la grandiosa creatura.

Nell’oscurità della scena di Siamo tutti cannibali, la presenza e il suono del contrabbasso di Piermatti sono chiamati a evocare l’eco gutturale della grande balena e non abbandonano mai il livore del racconto e della mente del mistico Achab che rimesta e scandaglia le acque di un Oceano Pacifico fattosi domestico, seppure mai addomesticato, nell’occhio del suo volto crocifisso dal dolore. Mentre forgia un invisibile arpione, la perversione del capitano unisce al metallo il sangue dei ramponieri dicendo: «Ego non baptizo te in nomine Patris, sed in nomine diaboli!». Afferrare la grande balena bianca significa dunque afferrare l’assoluto mistico, e questo accade di fronte allo spettatore, grazie alla ricerca sonora compiuta da Piermatti in perfetta comunione con il lavoro sulla voce e sulla lingua che da anni Magnani porta avanti.

Originario di Foligno, dove è nato nel 1986, Giacomo Piermatti si avvicina prima alla musica grazie alle intime influenze familiari, e poi al contrabbasso sotto la guida di Daniele Roccato e Stefano Scodanibbio. Attratto dalle infinite possibilità sonore della musica contemporanea, si misura con il repertorio solistico più significativo del novecento (Sequenza XIVb di Luciano Berio, Theraps di Iannis Xenakis, Mantram di Giacinto Scelsi, Folia di Kaijia Saariaho, Esplorazione del bianco di Salvatore Sciarrino, Lem di Franco Donatoni…), collaborando anche con importanti compositori quali Terry Riley, Butch Morris, Sofia Guabaidulina, Hans Werner Henze e con ensemble tra cui spicca il Ludus Gravis – unica formazione in ambito europeo costituita da soli contrabbassi – con cui ha partecipato a importanti festival internazionali.

Oltre alla ricerca polifonica con il Ludus Gravis, Piermatti collabora con Klangforum Wien, Edison Studio, Ensemble Suono Giallo e CLSI, e ha effettuato registrazioni discografiche per Wergo, ECM, Parco della Musica Records e radiofoniche per Rai Radio3. In ambito teatrale, ha collaborato con Emilia Romagna Teatro e con l’Opera Nazionale di Pechino per lo spettacolo Faust – Una ricerca sul linguaggio, con il CRT – Teatro dell’arte di Milano per lo spettacolo Più giù con Stefano Ricci, di cui è anche autore delle musiche insieme a Vincenzo Core, e con la compagnia Masque Teatro per gli spettacoli The Decision (2015), Marmo. Su una civiltà esausta (2016) e Dark Tesla o della poetica del fallimento (2021).

Credits

Questo articolo fa parte di “Corpo alle ombre”, un ciclo di podcast dedicato ai musicisti di scena, a cura di Alex Giuzio e Giulia Penta, parte del progetto “Turn on your ears” di Altre Velocità, sostenuto dal Ministero della cultura e dalla Regione Emilia-Romagna.

Si ringraziano Giacomo Piermatti per la concessione dei brani, Riccardo Leotta per la sigla e Pier Carlo Penta per l’assistenza tecnica.

I brani di Piermatti contenuti nel podcast, in ordine di ascolto, sono Passacaglia (dallo spettacolo Odissea del Teatro delle Albe), Ismaele (dallo spettacolo Siamo tutti cannibali, di e con Roberto Magnani / Teatro delle Albe), Al lupo (dallo spettacolo Al lupo, di Emma Tramontana), Festina Lente (dallo spettacolo Più giù, con Stefano Ricci e Vincenzo Core), Annottato (dallo spettacolo Dark Tesla di Masque Teatro), Eccoli (dallo spettacolo Più giù, con Stefano Ricci e Vincenzo Core).

Gli autori

  • Alex Giuzio

    Giornalista, si occupa di teatro e di economia ed ecologia legate alle coste e al turismo. Fa parte del gruppo Altre Velocità dal 2012 e collabora con le riviste Gli Asini e Il Mulino. Ha curato e tradotto un'antologia di Antonin Artaud per Edizioni E/O e ha diretto la rassegna biennale di teatro "Drammi collaterali" a Cervia. È autore de "La linea fragile", un'inchiesta sui problemi ambientali dei litorali italiani (Edizioni dell'Asino 2022), e di "Critica del turismo" (Edizioni Grifo 2023).

  • Giulia Penta

    Lontana dal bagnasciuga riccionese d’origine, si laurea in italianistica all'Università di Bologna con una tesi su Alice Ceresa e il nouveau roman. Dal 2015 sostiene il giornalismo d’inchiesta tra le fila dell'associazione DIG. Attualmente si occupa di promozione e comunicazione per Emilia Romagna Teatro.

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