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"Per il tuo bene". Non fare domande

di Altre Velocità

Per il tuo bene è lo spettacolo che ogni studente “fuori sede” dovrebbe vedere. Magari la sera quando, pensando a cosa scongelare per sopravvivere il giorno dopo, si ritrova a fare i conti con la solitudine a cui ha imparato a dare del Tu. Attraverso la storia di un figlio che torna a casa per affrontare una situazione difficile, dal 22 gennaio al 3 febbraio Pier Lorenzo Pisano è riuscito a far sentire meno sola la platea dell’Arena del Sole di Bologna. L’under 30 laureato al Centro Sperimentale di Roma, in concorso al Festival di Cannes 2018 con il cortometraggio Così in terra, ha ricevuto proprio con Per il tuo bene il 12° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”. Lo spettacolo affronta la tematica delle dinamiche familiari e la ricerca della nostra prima identità e indaga il ruolo che assumiamo nell’essere figli, fratelli o sorelle, nonni o nipoti. I meccanismi tragicomici innescati dal ritorno a casa del figlio maggiore (Edoardo Sorgente) distruggono gli equilibri familiari di una “famiglia 2.0” composta da una “nonnamat” (un vero e proprio banco posta), da una ragazza «che non sarà mai famiglia» (Marina Occhionero), da uno zio che a malapena ricorda i nomi dei nipoti e che viene definito “statisticamente pedofilo” per sottolineare lo stereotipo dello zio assente e nullafacente e da un estraneo pronto a ricordarci che «siamo sempre gli estranei di qualcuno». Giulia Carnevali colloca i personaggi in una scena di stampo “cinematografico”. La scenografia, composta da pochi oggetti di scena e particolarmente colorata, è caratterizzata da pannelli mobili e teli neri simili a otturatori di una macchina fotografica, che accompagnano l’ingresso dei personaggi e focalizzano mentre allargano le loro azioni attraverso l’apertura o la chiusura della scena. Papà è presente in scena solo in parte, in quanto non è un attore ma un elemento della scenografia. È un uomo che si trova in una posizione scomoda, come la tavola posta al centro del palco che traballa ogni volta che il figlio maggiore chiede di lui. Proprio la tavola è il perno delle azioni dei personaggi; modifica i piani di visione, si trasforma in panchina, letto d’ospedale e nella scena finale è un semplice rettangolo nero con luci a led che ruota accompagnato da “suoni di suspense”. Questo particolare oggetto di scena dichiara l’assenza del padre, un’assenza percepita da tutti, forse soprattutto dal fratello minore (Alessandro Bay Rossi). Il “piccolo” mente quando dice al fratello maggiore che papà è preoccupato per mamma (Laura Mazzi). Lei che, grazie a un doppio costume, si trasforma in “una madre in pensione” (la nonna dall’accento emiliano) e torna nei panni della «dittatrice nel suo habitat naturale (la cucina)» ogni volta che i suoi figli si riuniscono a tavola. In questo caso al fratello minore non resta che mangiare velocemente per evitare il suo sguardo. «Sei piccolo» gli ricorda il fratello maggiore che è da poco tornato a casa. È già stanco delle solite domande. Ha bisogno di una risposta. «Come sta papà?». Tre parole. Una domanda, quella sbagliata. Nessuna risposta. Buio in scena. Il rettangolo nero roteante con luci a led si trasforma, un’ultima volta, per l’ultimo saluto. La tavola si inclina frontalmente in una sequenza ripetuta che accompagna lo scambio di battute tra madre e figlio. «Ti voglio bene». Tre parole. Una risposta, quella giusta. Il finale, lasciato aperto dal fratello minore e dalla ragazza che riflettono sul futuro della loro relazione, ci permette di immaginare ogni membro della famiglia tornato alla sua normalità costretto a fare i conti con la sensazione di aver sprecato ancora una volta una “imperdibile occasione d’amore”. Per il tuo bene è dunque la storia di un uomo che torna a essere un ragazzino nel momento esatto in cui sale sul treno che lo riporta a casa. È l’odore di nostalgia che solo un estraneo in metropolitana riesce a percepire sulla nostra pelle. Assistiamo in prima classe a un spettacolo che percorre gli stessi binari dei treni che abbiamo perso ai tempi del liceo. Abbandoniamo il nostro bagaglio e sentiamo il peso dello zaino trascinato sul palco. Il peso del frigo vuoto, delle bollette pagate in ritardo, dei vestiti scoloriti dalle prime lavatrici, dell’odore del caffè che non è mai buono come quello della nonna. A un tratto la nostra poltrona diventa scomoda, lo spazio del vagone del treno ci opprime, non ci resta che respirare le storie dell’estraneo di fronte a noi, proprio come accade al protagonista di questo spettacolo mentre torna casa. Nessuno ad attenderlo in stazione, anche se noi speravamo nel contrario, in un incontro da film. È innato nell’uomo credere che qualcosa possa accadere da un momento all’altro. La meraviglia è nella nostra capacità di non smettere di sognare. Eppure, quando accade, lo ammettiamo con fatica. Siamo cresciuti, nascondiamo i sogni tra i panni sporchi. Continuano ad accumularsi. Li laveremo, certo, un giorno. Andiamo avanti perché è ciò che ci riesce meglio, è difficile tornare indietro. Saliamo su quel bus che ci riporta a casa. Abbandoniamo i bagagli pesanti e speriamo ancora una volta che in stazione ci sia mamma, magari con la bacinella del bucato pulito. Per il tuo bene ci insegna che quando decidiamo di andare via non importa sapere che troveremo un modo per lavare i vestiti sporchi, siamo macchiati all’interno. Ultima cena. Ultimo atto.

Non ci resta che sederci a tavola per assaporare quel piatto che ha il retrogusto della solitudine. Brindiamo agli estranei, paradossalmente coloro che amiamo con più facilità. Brindiamo a chi ci vuole bene, quelli che «impariamo ad amare sempre troppo tardi». Per il tuo bene spalanca le porte della nostra stanza, ci restituisce la nostra valigia e ci conduce all’ultimo treno. Tocca a noi decidere se abbandonare la valigia su quel palco, tra gli oggetti di scena di una scenografia intima e innovativa, o prepararci per un nuovo viaggio. Pier Lorenzo Pisano ha scelto come meta il teatro, ciò che ci rende, anche solo per una sera, famiglia. Per il tuo bene è la storia di una famiglia, la nostra.

Roberta Cuomo

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