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“In pieces” di Rosas / Tim Etchells

di Altre Velocità

Scena nuda. Sullo sfondo una parete di legno chiaro e sul limitare del palco una leggera sedia di legno e ferro. Fumiyo Ikeda entra con passo tranquillo, sul suo volto si legge un’espressione concentrata, carica, pronta a riempire quel nudo con i colori del corpo. La danzatrice comincia una conta in inglese che scandisce le sequenze della performance dall’inizio alla fine: one, two, three… e tra un numero e l’altro prendono forma minute coreografie di dita e sorrisi, si dispiegano nello spazio passi, movimenti delle spalle e sguardi precisi che delimitano in un attimo umori e sentimenti. All’improvviso la conta ricomincia, e non più la danza ci riempie gli occhi, ma un gioco drammaturgico che da 1 a 100 cataloga modi diversi di rispondere “yes”, di concedere, ammettere, venire sconfitti, interrogare e ancora farsi tormentare dalla piccola particella “yes”. E il conto riparte. Uno, due, tre modi di reinterpretare una piccola coreografia dove la giovane scivola sulla sedia, sotto, intorno e vi cade accanto dopo aver dichiarato con voce ferma “Rosas Dance Company”, e subito si rialza, ora neutra, ora triste, ora in preda a risate isteriche. Il pubblico è trascinato dentro le continue metamorfosi di Fumiyo Ikeda, legato a lei da stomaco a stomaco, in un sistema di comunicazione semplice e quindi fragile, dove i segni verbali sono lampanti adescamenti, e la danza, nel suo mutismo di parole e di sottofondi musicali, appare ciò che è: fraseggio puro di pensieri, racconto non mimetico di situazioni, rintracciabili del tutto o in parte nel nostro serbatoio di ricordi e vicissitudini. Interrotto continuamente da una matematica prepotente che nelle mani di Tim Etchells diventa un’ironica finestra per entrare e uscire dal terreno della danza, incarnato dalla petrosa e contundente gestualità di un quotidiano al confine con una fantasia libera da gabbie formali, In pieces mette in evidenza il passaggio continuo dal dettaglio all’insieme di un’opera in grado di raccontarci di noi e del procedere creativo, regalando al rapporto tra la performer e il pubblico una consistenza fisica, concreta, dialogica.

Direction & text Tim Etchells, creation & performance Fumiyo Ikeda, director’s assistance Sara Jansen, lighting designset design Richard Lowdon, costume design Ann Weckx, technique Peter Fol (Kaaitheater), production Rosas vzw (Brussels), coproduction Kaaitheater, Sadler’s Wells (London), PACT (Essen), Théâtre de la Garonne (Toulouse), Festival d’Automne (Paris).

di Serena Terranova

(foto di Herman Sorgeloos)

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