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Dall'Australia all'Italia. Quattro drammaturgie in viaggio

di Altre Velocità

Quattro drammaturgie, un viaggio dall’Australia all’Italia, dall’inglese all’italiano. «So cosa vuole. Vuole quello che tutti i giovani uomini vogliono dai loro padri. Vuole sapere chi è. Da dove viene. Dove sia il suo posto. E per quanto ci provi non so cosa dirgli». Queste sono tra le prime parole di When the Rain Stops Falling, spettacolo ideato dal drammaturgo australiano Andrew Bovell, andato in scena dal 6 al 10 febbraio presso l’Arena del Sole. Bovell, in un gioco di intrecci narrativi e salti temporali, ricostruisce la storia di due famiglie, i Law e gli York, per portare il vissuto dei vari personaggi a convergere nella figura dell’ultimo discendente Andrew Price, restituendo la complessità e densità di storie che racchiudono l’identità di ogni essere umano.

Il tema dell’identità e della sua difficile definizione è centrale non solamente in When the Rain Stops Falling, anche in uno dei tre testi teatrali raccolti nell’antologia Teatro. Australia a cura di Margherita Mauro e Maddalena Parise, pubblicato da ERT Fondazione e Luca Sossella editore (così come la drammaturgia di Bovell). Si tratta della commedia Black is the New White (2017) della scrittrice aborigena Nakkiah Lui, che mette in discussione, attraverso l’ironia, le idee di razzismo e privilegio, distruggendo la visione manichea che vede opporsi in un binomio statico i termini: bianco dominante – nero dominato. Lui utilizza l’espediente di un ricongiungimento natalizio per mostrare, esasperando le dinamiche interne di ricche famiglie rappresentanti i due poli, le molteplici sfaccettature del fenomeno. Attraverso l’opinione della figlia, si mostra come il razzismo non riguardi solo la provenienza etnica, ma sia influenzato da diverse varianti: il denaro, il sesso, il prestigio sociale. Il conflitto centrale nasce dall’incapacità dei vecchi pater familias di abbandonare, per orgoglio, le loro posizioni, mentre si scontrano con personaggi femminili (le mogli e la figlia) portatori di una nuova prospettiva.

Estremamente attuale, è anche la tematica affrontata in un altro testo dell’antologia, E mai più ci separeremo (2011) di Tom Holloway, che entra nell’intimità di una coppia di coniugi nel momento in cui la moglie, gravemente malata, decide di voler ricorrere al suicidio assistito. Il dialogo tra i due, lungi dal presentare una presa di posizione favorevole o contraria, esprime con una delicata alternanza di parole e silenzi la difficoltà di dire addio alla vita e a chi si ama.

Le dinamiche invisibili delle interazioni tra le persone vengono esplorate anche dall’ultima drammaturgia che integra Teatro. Australia, La matematica del desiderio (2018) di Suzie Miller. Il testo si articola in venti scene-sezioni, denominate dall’autrice “eventi”; le azioni presenti in ogni evento sono realizzate secondo il tipo d’energia che viene enunciata nella legge fisica che lo introduce (della relatività, della velocità della luce, ecc…). L’idea alla base della drammaturgia è che il contenuto delle formule trovi poi una coerente realizzazione dal punto di vista performativo. In questa seconda parte di ogni evento, attraverso dialoghi, gesti e situazioni quotidiane, gli attori dimostrano come il desiderio e la vita stessa siano ricollegabili alle leggi che regolano l’universo, ricongiungendo l’essere umano e il suo spirito alla materia. Il testo è pensato come multilineare e multinarrativo, ovvero realizzabile in ordine non cronologico, ponendo l’accento sulle forze eterogenee che agiscono in contemporanea nell’esistenza.

Nella loro diversità, queste quattro drammaturgie offrono una panoramica dell’eterogenea scena australiana di oggi, esplorando nuovi ambiti tanto dal punto di vista delle tematiche, quanto delle soluzioni narrative e drammaturgiche. Sfidano gli stereotipi sociali e esplorano punti di vista inediti, esponendosi e toccando alcune tra le questioni più scottanti della contemporaneità.

Emma Pavan

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