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Baci dalla provincia. Notizie teatrali dal mondo, aprile 2016

di Francesco Brusa

Ogni mese, la nostra rubrica Notizie teatrali dal mondo prova a indagare, in modo certamente sintetico e senza pretese di esaustività, lo “stato generale” delle pratiche teatrali a livello internazionale raccogliendo notizie dalle scene di vari paesi prestando attenzione sia a eventi più “istituzionali” che a esperienze marginalmente significative, nella speranza che aprano brecce su mondi e contesti spesso a noi poco conosciuti.

Convegni, premi e riconoscimenti

Si è appena conclusa la XV edizione del “Premio Europa per il Teatro”, che si è svolta nella città rumena di Craiova dal 23 al 26 aprile. Il riconoscimento principale della manifestazione è stato assegnato al coreografo e regista svedese Mats Ek, mentre il “Premio Europa Realtà Teatrali” ha visto la segnalazione del regista e attore ungherese Viktor Bodò, del regista tedesco Andreas Kriegenburg (Germania), del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga, della compagnia scozzese National Theater of Scotland e del drammaturgo e regista francese Joël Pommerat.

> Leggi il comunicato stampa della manifestazione

Il regista libanese Wajdi Mouawad è stato nominato direttore artistico dell’importante teatro nazionale La Colline in Francia.

> Per approfondire:
Wajdi Mouawad nommé à la direction du Théâtre national de la Colline” (da Sceneweb, in francese)

Teatri nello spazio degli scontri

Si è conclusa pacificamente l’occupazione della Comédie Française a Parigi da parte degli “intermittenti” francesi, dopo che nella notte tra il 27 e il 28 aprile  è stato raggiunto un accordo fra sindacato e imprenditori in merito al regime di assicurazione contro la disoccupazione dei lavoratori dello spettacolo. La protesta (che ha visto l’occupazione di alcune fra le principali sale e istituzioni teatrali del paese – Strasburgo, Lille, Montpellier, Bordeaux, Caen e, solo recentemente, l’Odéon, sgomberato dalla polizia, e la Comédie Française di Parigi nonché la Casa della Cultura di Grenoble – e che coincide con lo scoppio di ampie e partecipate manifestazioni contro la nuova legge sul lavoro nella capitale francese) è scattata in seguito all’annuncio del 24 marzo, da parte degli imprenditori dello spettacolo (MEDEF), di tagli annuali pari a 185 milioni di euro al fondo per disoccupati, precari e intermittenti. Tali condizioni (che suggerivano comunque un intervento statale per contenere i tagli e che sono state ratificate ufficialmente da alcuni sindacati) sono state giudicate «inaccettabili» dal sindacato CTG e dal Coordinamento di Intermittenti e Precari (CIP), i quali hanno appunto spinto per riaprire le negoziazioni.

> Per approfondire:
Les intermittents organisent «une vague coordonnée» d’occupations de théâtres” (da Le Monde, in francese)
Fin de l’occupation de la Comédie-Française après l’accord trouvé sur l’assurance chômage des intermittents” (da France Info, in francese)
Occupy… the theater: French strikes protest benefit cuts for out-of-work entertainers” (da RT, in inglese)

Dopo circa 15 anni, è tornato a essere operativo il teatro Al-Rashid nel cuore di Baghdad, grazie all’iniziativa dell’attore iracheno Alawi Hussein. La sala fu costruita nel 1984 ed è stata bombardata durante l’invasione del 2003, venendo pesantemente danneggiata. Da allora, il governo non ha mostrato alcun interesse nel restaurare il teatro e riportarlo in funzione. Hussein e altri attori locali sono riusciti a raccogliere le firme necessarie per richiedere l’autorizzazione di lavorare privatamente al recupero dello spazio e, grazie anche alle donazioni da parte di alcuni intellettuali e parlamentari iracheni, hanno messo in scena il primo spettacolo il 27 marzo (in occasione della Giornata Mondiale del Teatro).

> Per approfondire:
How these Iraqi artists are breathing new life into ruined theater” (da Al Monitor, in inglese)

Il Mandala Theater Group ha annunciato la creazione di un teatro mobile, il primo nella storia del Nepal, ricavato da una vettura di grosse dimensioni col quale intende presentare il proprio lavoro e, in generale, «promuovere l’attività scenica» in tutto il paese. Le prime zone visitate dalla compagnia saranno i distretti colpiti dal violento terremoto dello scorso anno, nell’intenzione di contribuire attraverso l’arte alla ricostruzione dell’area. L’iniziativa risponde anche all’esigenza di «decentralizzare» il sistema teatrale nepalese che, attualmente, rende difficile assistere agli spettacoli per chi vive lontano dai grandi centri. 

> Per approfondire:
Mandala introduces Nepal’s first mobile theatre” (da The Kathmandu Post, in inglese)

Lo stato della crisi

Un recente e improvviso aumento delle tariffe sull’energia elettrica in Argentina rischia di mettere in seria difficoltà la vasta rete di teatri e sale indipendenti del paese. Liliana Weimer, presidentessa dell’Associazione Argentina del Teatro indipendente (ARTEI), afferma che sarebbe impossibile per i piccoli spazi assorbire le spese per l’elettricità senza aumenti inaccettabili sul prezzo dei biglietti e annuncia che la questione verrà portata all’attenzione del governo (lettere ai Ministeri interessati sono già state inviate, senza ottenere ancora alcuna risposta). Il tema coinvolge ovviamente anche la rete delle sale “commerciali” che, nelle parole del presidente dell’Associazione Argentina degli Impresari Teatrali (AADET), si dice comunque fiduciosa sul fatto che «si troverà una soluzione al problema».

> Per approfondire:
El “tarifazo” de electricidad hace peligrar a las salas de teatro de Buenos Aires” (da EFE, in spagnolo)

Confini e frontiere

In Canada è stata annunciata l’istituzione di un dipartimento interamente dedicato alle pratiche performative indigene presso il National Arts Centre di Ottawa. L’Indigenous Theater inizierà la propria programmazione nel 2019, ed è è il risultato di dieci anni di continui contatti e scambi fra il centro e artisti delle comunità indigene sparse sul territorio del paese. Nelle intenzioni del NAC, il nuovo teatro potrà godere di finanziamenti simili a quelli dei teatri inglesi e francesi, potendo dunque costruire una stagione vera e propria.

> Per approfondire:
National Arts Centre to launch indigenous theatre in 2019” (da The Globe and Mail, in inglese)

Hanno fatto scalpore le dimissioni, avvenute il 2 aprile, di Jan Fabre dalla posizione di direttore artistico del festival Athens & Epidaurus in Grecia, dopo aver accettato l’incarico soltanto un mese prima. La decisione è arrivata in seguito alla contestazione da parte di alcuni artisti locali che hanno scritto una lettera aperta al Ministero della Cultura, accusando il coreografo di voler trasformare il festival in un «tributo al Belgio» e chiedendo tra l’altro le dimissioni dello stesso ministro Baltas (tra i critici, anche l’ex-condirettore di Santarcangelo Matthieu Goeury). Dal canto suo, Fabre ha fatto sapere di aver accolto l’invito a dirigere la manifestazione a condizione di poter compiere le proprie scelte artistiche «in un regime di libertà» e che ciò «non era più possibile in Grecia».
Il ruolo del coreografo belga verrà dunque ricoperto dal regista Vangelis Theodoropoulos.

> Per approfondire:
Greek arts festival in turmoil as artists rebel over curator’s ‘Belgian’ vision” (da The Guardian, in inglese)
Open Letter to Jan Fabre“, di Matthieu Goeury (da Rektoverso, in inglese)

L'autore

  • Francesco Brusa

    Giornalista e corrispondente, scrive di teatro per Altre Velocità e segue il progetto Planetarium - Osservatorio sul teatro e le nuove generazioni. Collabora inoltre con il think tank Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, occupandosi di reportage relativi all'area est-europea.

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