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#0 Dove tutto cambia

di Altre Velocità

In\Visible Cities è un festival unico nel suo genere, capace ogni anno, tra fine agosto e inizio settembre, di trasformare le città di Gorizia e Gradisca d’Isonzo in un palcoscenico senza confini. Per due settimane, strade, piazze e spazi nascosti si animano di spettacoli, incontri e performance in cui arte, scienza e politica si intrecciano, dando vita a esperienze sempre nuove. Ogni edizione cambia volto, si reinventa, diventa irriconoscibile rispetto alla precedente, ma resta fedele a un principio fondamentale: raccontare l’arte contemporanea in tutte le sue forme, grazie ad artisti che arrivano da ogni parte del mondo.

Eppure, In\Visible Cities non è stato per noi soltanto un evento tra i tanti. Siamo un semplice gruppo di ragazzi e ragazze, e non siamo stati noi a cercare questo festival: le uniche persone che di solito lo scoprono da sole sono over 70 o davvero tanto annoiate. Io conoscevo già il direttore artistico, Alessandro Cattunar, professore del mio liceo, diverso e poco conforme alle regole. Un giorno arrivò e iniziò a parlare a tutta la scuola di questa attività, trascinandoci in un percorso che fin da subito aveva il sapore di qualcosa di insolito. Da lì sono cominciati incontri che ci hanno insegnato di tutto: dalla critica all’organizzazione, fino alla gestione dei social media. Un percorso durato mesi, che ha preparato il terreno per l’estate, quando ci siamo ritrovati catapultati dentro al festival vero e proprio.

Non è stato facile i primi anni, anzi: era quasi una tortura. Orari da festival, 11-12 ore di lavoro continue. Qui però ho conosciuto artisti e organizzatori di ogni tipo, persone che non ci hanno mai allontanato, che non hanno costruito muri o gerarchie. E se anche quella poteva sembrare un’intenzione iniziale, non ha mai avuto successo: In\Visible Cities ci ha accolto, ci ha reso parte di un processo collettivo, annullando i ruoli e rendendoci protagonisti al pari di chi saliva sul palco.

Così, in un luogo che per il resto dell’anno vive lontano dai riflettori, ci siamo trovati immersi in un fermento creativo che ha trasformato Gradisca, anche solo per pochi giorni, nel centro del mondo (un mondo di persone per lo più molto anziane, per intenderci). E ora, ogni volta che ci passo per qualsiasi altro motivo, mi attraversa un brivido: tornano i ricordi, i volti, i momenti indimenticabili. In\Visible Cities non è solo un appuntamento culturale, è un viaggio che ribalta prospettive, coinvolge, sorprende e lascia in chi lo vive la certezza di aver fatto parte di un’esperienza totale, intensa e irripetibile.

Aziz Fersi

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