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Voi che (non) ci avete detto che cos’è l’amore

di Altre Velocità

Nel corso della primavera 2023 abbiamo condotto dei laboratori in alcune scuole superiori di Bologna (Aldini Valeriani, Belluzzi e Minghetti) che, partendo dai Comizi d’amore di Pasolini intrecciassero il linguaggio scenico di Kepler-452 anche in previsione della realizzazione di Comizi d’amore #adolescenti, progetto teatrale che aveva l’obiettivo di coinvolgere la popolazione studentesca di questi istituti per dar voce ai più giovani attorno ai risvolti sociali e politici dell’amore, oggi.

Da questo nucleo originario sono nati alcuni sviluppi che potessero valorizzare e radunare le testimonianze raccolte dalle classi. Sotto il titolo di A parlar d’amore comincia tu sono stati portati avanti due percorsi distinti. Da un lato, ci si è concentrati sulla prospettiva di professori e professoresse coinvolte nel progetto, che potessero raccontare cosa emergeva dalle parole e dai vissuti dei più giovani quando parlano d’amore nella cornice collegiale della classe.

Dall’altro, è stato messo in campo un breve percorso di tre incontri, condotto da Francesca Lupo (una giovane associata di Altre Velocità), finalizzato alla stesura di un testo collettivo firmato da un gruppo di quindici/sedicenni e rivolto agli adulti. Il risultato, che qui pubblichiamo, è il frutto di una scrittura “a ricalco” a partire dalla drammaturgia di That night follows day, spettacolo del 2007 diretto da Tim Etchells dei Forced Entertainment e commissionato dalla compagnia belga Victoria, realizzato con un gruppo di adolescenti.

I ragazzi e le ragazze hanno avuto l’occasione di leggere in pubblico il testo durante la terza edizione di Metropolis, la tre giorni di dibattiti e confronti a cura di Coalizione Civica, che quest’anno aveva un appuntamento dedicato all’ascolto delle giovani e dei giovani, attraverso un laboratorio pratico-politico per interrogarsi sulle relazioni, l’affettività e l’amore.

Samia

Amore? Cos’è? Voi ci date molti insegnamenti, ma pensate che basti per essere definito, amore? Ci insegnate che non bisogna avere paura del buio. Ci dite di svegliarci presto perché la mattina ha l’oro in bocca. Dite che la colazione è il pasto più importante della giornata, che a pranzo si mangia poco, mentre a cena di più, ma senza esagerare, altrimenti ci rimane sullo stomaco. Sempre voi, dite che possiamo votare, che farlo è un diritto, ma anche un dovere. Dite che a tavola non si deve parlare di politica, e che sempre lì si mangia tutti insieme, e che nessuno si alza prima di aver finito. Dite di tenere la schiena dritta, di non appoggiare i gomiti sulla tavola, di non masticare a bocca aperta e di non parlare a bocca piena. Ci dite di parlare con voi, anche se raramente poi ascoltate. Dite che uno schiaffo non ci farebbe male. Dite, che le donne, non si toccano nemmeno con un fiore. Dite, che i papaveri, son, alti alti alti, e tu sei piccolina, che cosa ci vuoi far? Voi ci permettete di studiare fuori sostentandoci. Voi, non ci chiedete come stiamo. Ma siete sempre quelli, che ci hanno insegnato a prenderci cura l’uno dell’altra, ma voi, vi siete davvero curati di noi? Ci avete detto di rispettare il lavoro degli altri. Ci avete insegnato il rispetto per gli anziani, ma quello reciproco? Ci avete insegnato, che a volte, un familiare, che dovrebbe rappresentare una persona fidata, può ferire, più di una persona conosciuta da poco. Siete voi che ci avete insegnato che la famiglia non si sceglie. Ci avete insegnato che l’amore in famiglia non è scontato. Voi ci amate, ma ci urlate contro.

Irene

Voi ci amate, ma dite che siamo degli egoisti. Voi ci amate, ma dite che non sappiamo pensare a nessuno, se non a noi stessi. E questo è amore? Dite che dobbiamo avviare la lavastoviglie, dite che bisogna cucinare per la cena, dite che bisogna stendere i panni. Ci fate vedere che avete sofferto, ci fate vedere che non vi sopportavate, ma perché, quando a farlo vedere siamo noi, non ci capite? Ci avete fatto prendere cura dei nostri fratelli al posto vostro, perché in fondo è giusto aiutare no? Avete chiesto di aiutarvi con la tecnologia. Avete chiesto di avvisarvi se non tornavamo a casa per dormire. Tante richieste, che ci hanno resi adulti, troppo presto. Voi dite che quello che non vogliamo venga fatto a noi, non dobbiamo farlo a gli altri. Dite di porgere sempre l’altra guancia, di rispettare le autorità, tanto quanto anziani, preti e poliziotti. Vi sorprendete sempre molto, forse, direi troppo, quando sono loro a compiere ingiustizie. Ci dite che il fumo fa male, ma ormai, anche l’aria che respiriamo fa male. Ci insegnate a rispettare la natura, e a non gettare per terra i nostri rifiuti. Ci insegnate a chiudere il gas e il rubinetto dell’acqua, ci insegnate a fare la raccolta differenziata, ci insegnate a staccare le prese elettriche quando sono troppe, ci insegnate a spegnere le luci prima di andarcene. Voi ci augurate il meglio. Ci avete fatto vedere, che anche voi siete stati figli. Ci avete insegnato a dire grazie, a volte pretendendolo, ma noi, non abbiamo forse il diritto di sentircelo dire? Ci avete insegnato a leggere. Ci avete fatto viaggiare. Ci avete insegnato il senso del dovere, quello che vuol dire, avere un peso sulle spalle, facendoci capire cosa sono le responsabilità.

Martina

Voi ci avete portato a teatro, al cinema, e ci avete permesso di guardare la televisione, ma ci avete anche insegnato a difenderci, da questa. Dite tante cose. Ci avete detto cos’è l’amore. Ma ce l’avete mai fatto vedere? Non credo. È per questo, che lo abbiamo cercato altrove. Qualche volta avendo fortuna, e qualche volta no. Voi ci dareste la vostra vita, ma non riuscite a dire un semplice “ti voglio bene”. Ci date un esempio. Ma che esempio? Voi che date tanti consigli, non sapete nemmeno a chi li state dando. Non ci conoscete nemmeno, e la cosa non sembra turbarvi. Perché se non rispecchiamo la versione che vorreste di noi, non siamo giusti, non vi importiamo. Ci dite di essere flessibili, ma voi non lo siete affatto. Voi ci dite che possiamo dirvi tutto, ma poi, sapete solo criticare. Ci dite che dovremmo parlarvi dipiù, ma voi non sapete parlare di nulla. Voi ci dite di sapere cos’è meglio per noi. Non è vero. Ci paragonate a quella compagna di classe perfetta, quella da cui dovremmo tutti prendere esempio. Ma siete anche quelli che dicono, “che fai, se lei si butta da un ponte lo fai pure tu?”. Da piccoli ci avete fatto sognare, facendoci credere a cose meravigliose, tipo Babbo Natale, la fatina dei denti o il coniglietto pasquale. Ma ora che siamo grandi, dite di tenere i piedi per terra. Ci paragonate a come eravate voi da giovani, senza lasciarci modo di esprimere quello che realmente siamo noi. Secondo voi cosa ci insegna la vostra educazione? Generalizzando, spesso vi scordate cosa significhi avere la nostra età. Perché nonostante ci siate passati tutti, ora tra di noi la differenza è abissale.

Isabella

Dite che siamo depressi, dite che stiamo sempre al telefono, dite che non abbiamo voglia di lavorare. Ma fate realmente qualcosa per venirci incontro o capirci? Voi ci fate sentire in colpa. Ma sapete quello che proviamo veramente? Cosa abbiamo dentro di noi? Ci avete insegnato ad avere cura di noi. Ma non vi curate di voi stessi. Dite di non dare troppa confidenza agli sconosciuti. Dite che il sorriso è il migliore accessorio. Ci dite che ai colloqui di lavoro è meglio non andare troppo scollate. Dite che il vestito non fa il monaco. Voi ci insegnate che una donna forte ha le palle. Dite di prendere l’arte e metterla da parte, limitandoci. Dite che dobbiamo seguire i nostri sogni, ma tenendo sempre i piedi per terra. Ci dite che con l’impegno si raggiungono gli obbiettivi. Chi va piano va sano e lontano. Chi va forte va alla morte. Dite che il viaggio è più importante della meta. Voi ci avete detto di informarci. Ci avete insegnato che siamo pari agli uomini. Ci avete insegnato a rispettare, a trovare una via per realizzarci, a essere indipendenti. Voi ci dite che bisogna avere fiducia per il nostro futuro. Ci avete insegnato ad essere liberi. Ci avete insegnato che bisogna avere una casa per vivere, un lavoro per vivere, ma dite che se pur necessari, una casa e un lavoro, non sono facili da ottenere. Voi ci avete detto pochissime volte che eravate fieri di noi, deludendoci. Voi ci avete detto di non stare chiusi in casa senza chiederci come ci troviamo nella società, ma se stiamo sempre fuori casa diventiamo nullafacenti. Voi ci avete detto che i disturbi mentali non sono problemi, senza provare ad immedesimarvi.

Eya

Voi ci dite di crescere ma non affrontate il cambiamento. Voi ci dite cosa fare e chi essere senza provare a conoscerci. Ci avete insegnato a chiedere “come ti chiami?” ai bambini che conoscevamo per la prima volta. Voi ci avete detto che questa casa sarebbe sempre stata aperta per noi. Ci avete insegnato a circondarci di belle persone. Ci avete detto che il prossimo non è una minaccia. Ci avete insegnato ad essere delle brave persone. Ci avete insegnato a chiedere come stai, anche se voi non lo fate spesso. Voi ci dite che l’amicizia è importante, e di stare attenti a chi ci può fare male. Ci avete accompagnati a casa degli amici. Ci siete venuti a prendere a casa degli amici. Ci avete lasciato adottare dalle famiglie dei nostri amici. Voi ci chiedete informazioni sulle vite dei nostri amici, ma delle nostre invece? Ci avete insegnato che occorre anche il tempo per stare da soli. Ci avete insegnato a non essere egoisti, che si può sempre trovare un compromesso. Voi ci avete insegnato a condividere. Ci avete insegnato ad essere sensibili. Ci avete insegnato che amore è anche dolore. Che amore è rispetto. Che amore è dialogo. Che amore è un preservativo. Voi ci avete insegnato che si può fallire. Avete detto che avere un figlio non è una cosa facile, ma chi ha detto che avere un genitore lo sia sempre? Ci avete detto di realizzarci prima professionalmente e poi, se avessimo voluto, di creare una famiglia. Ci avete insegnato a chiederci se davvero stiamo bene con quella persona. Ci avete detto che è difficile trovare la persona giusta. Avete detto che non sarebbe importato il sesso della persona che avremmo amato.

Matteo

Dite che l’amore va coltivato come una pianta. Ci dite che l’amore è monogamo. Che esiste l’anima gemella. Voi ci dite che siamo tutti diversi e unici. Ci dite che l’amore vero esiste. E l’amore falso? Dite che è un peccato se ci siamo lasciati. Che è un peccato se siamo single. Dite che prima di stare bene con qualcuno dobbiamo stare bene con noi stessi. Ci dite che per non stare troppo a pensare dobbiamo riempirci di cose da fare. Voi ci dite che uscire ci farebbe bene. Che incontrare qualcuno ci farebbe bene. Però dite che si nasce e si muore da soli. Ci dite che bisogna stare attenti all’orologio biologico. Ma dite anche “eh, ma siete ancora giovani”. Dite che sulla terra c’è un problema di sovraffollamento. Voi ci avete detto che non è obbligatorio trovare un compagno per la vita. Che non è obbligatorio avere figli. Voi ci avete detto che l’amore ha solo un colore, un sesso, una forma, perché altrimenti è contro natura. Ci avete lasciati liberi di credere ciò che volevamo. Ci avete detto che eravamo liberi di non credere a niente. Voi ci avete detto che la fede, in qualsiasi cosa, è qualcosa di privato. Ci avete insegnato il rispetto per qualsiasi credo. Avete detto di non bestemmiare. Voi non ci avete mai portato in chiesa. Voi ci avete battezzato. Ci avete fatto fare tutti i sacramenti prima del matrimonio. Voi volete che ci sposiamo. Ma solo voi, perché sapete bene che noi non ci vogliamo sposare. Né in questo paese né in un altro. Voi credete che prima o poi torneremo ad avere fede.

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